Quel 22 marzo resterà impresso nella memoria di tutti. E lo resterà per quei venti minuti infiniti in cui il tempo sembrava essersi fermato al “Molinari Avicor Stadium”, quando Romualdo si è accasciato sugli spalti e la paura ha preso il sopravvento.

Un malore improvviso, le urla, le corse, l’intervento tempestivo dei sanitari. E poi il silenzio carico di speranza. Il cuore di un’intera città si è stretto attorno al suo, battendo più forte. Perché Romualdo non è uno qualunque. È uno di noi. È Campobasso.

Oggi, finalmente, possiamo raccontare il finale che tutti aspettavamo: Romualdo sta bene. È fuori pericolo. E dopo giorni di angoscia e apprensione, c’è spazio solo per la gioia.

Il Campobasso Football Club, che ha seguito ogni passo del suo percorso di ripresa, ha voluto abbracciarlo davvero. Guardarlo negli occhi e dirgli: “Che bello rivederti”. Il direttore generale Mario Colalillo, il direttore sportivo Davide Mignemi, il mister Fabio Prosperi, il team manager Giacomo Reale e il nostro capitano Antonio Di Nardo gli hanno consegnato una maglia speciale: proprio la maglia indossata in campo dal numero nove rossoblù. Un gesto simbolico, ma carico di significato.

Perché Romualdo è il simbolo di un amore senza condizioni. Di chi i colori rossoblù li vive, li sente, li difende da sempre.
Lo aspettiamo allo stadio, al suo posto, dove il cuore batte più forte. Dove ogni gara, con lo sguardo fiero e il fiato sospeso, c’è un uomo che ama il Campobasso. Bentornato, Romualdo.

Ufficio Stampa
Campobasso Football Club

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